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La grafica digitale

La grafica digitale, più correttamente e tecnicamente chiamata grafica raster, si differenzia dalla sua sorella antagonista “vettoriale“, per l’impiego, l’utilizzo e allo stesso tempo la tecnica di realizzazione e il modo in cui i sistemi informatici ne leggono i contenuti.
A differenza della grafica vettoriale dove a creare le forme sono dei punti di congiunzione che annodano le curve e ne trasportano le geometrie (vettori), la grafica raster è un’unione di semplici punti, in realtà non di punti si tratta ma bensì di pixel.

La grafica raster quindi non è altro che un mosaico di piccoli quadretti colorati, che sommati tra loro, visti ad una distanza considerevole, vanno a dare una visione d’insieme nitida e gradevole.
Vien da se che la grafica raster sia nata con l’informatica, da quando l’uomo iniziò a generare i primi punti visibili all’interno dei monitor CRT (tubo a tubo a catodico), poi, in seguito, si evolvero in pixels, ad oggi LED.

Con il passare del tempo, le esigenze che spingevano i tecnici a realizzare immagini sempre più nitide, aumentarono, e quindi si iniziarono ad escogitare tecniche sempre più all’avanguardia per ridurre quanto più possibile il distacco tra un pixel e l’altro, renderli sempre più piccoli e dargli forme sempre più naturali, ma questa non fu impresa semplice, infatti ad oggi questa ricerca continua senza sosta.

Uno degli escamotage trovati per ovviare al problema fu quello di sfruttare lo stesso principio utilizzato per le macchine di stampa, ovvero la concentrazione di punti per pollice quadro, dall’inglese dot per inch “DPI“, questa tecnica infatti permetteva agli stampatori di produrre stampe grafichelitografiche serigrafiche sempre più precise, raffinate e tecnicamente impeccabili.

Ma questo di certo non fu semplice da applicare all’informatica, che di base ragiona semplicemente in due direzioni “aperto” oppure “chiuso“, senza abbattersi il metodo più idoneo per sopperire alla terza mancanza fu quello di sfruttare il numero di pixel per pollice quadro, il “PPI“, ovvero pixel per inch, acronimo derivato dalla stampa di point per inch, come sopra citato dal DPI.

Questo, però, aveva, ed ha tutt’oggi un grande limite, chiamato ampiezza del semiconduttore, ovvero la grandezza fisica del pixel che va a riempire uno spazio, con la dimensione nanologica attuale ci troviamo nelle condizioni di sfruttare al massimo della capacità dei nostri acceleratori ​​grafici e dei nostri monitor riproduttivi la tecnologia fisica di circa 72 DPI, che è la scelta consigliata anche dai grafici dello studio di progettazione grafica eXceed Srl con sede a Palermo.

I formati per le varie esigenze

Dove finisce la logica produttiva inizia il quesito a essa correlato della modalità di salvataggio, di fatto le modalità di salvataggio di un file elaborato in grafica raster per il web o per la fruizione digitale può essere salvato ed esportato in molteplici varianti, sulla base dell’impiego ultimo, le varianti più note sono le seguenti: JPG, PNG, GIF, TIFF, BMP, WEBP, HEIC/F ed altri formati proprietari.

Analizziamo insieme al supporto dei graphic designer di eXceed Srl lo scopo e l’utilizzo dei vari formati.

  • JPG: acronimo di joint photographic element, evolutosi in in JPEG con il supporto di expert group;
    – Supporto adatto e ideale per formati fotografici, fratello con perdita di dato del formato RAW.
  • PNG: acronimo di portable networking graphics;
    – Formato con la minor perdita di dato, dal peso considerevole e con il plus del supporto alla trasparenza.
  • GIF: acronimo di graphic interchange format;
    – Formato con elevatissima perdita di dato a 256 bit, che supporto trasparenza e dinamica.
  • TIFF: acronimo di tagged image file format;
    – Formato ad alto contenuto di pixel con elevate informazioni intrinseche e scarsa perdita di dato.
  • BMP: nato come bitmap, formato proprietario Microsoft;
    – Formato con scarsa perdita di dato, non compresso e con meta tag comunicativi.
  • WEBP: formato proprietario Google;
    – Formato codificato per l’utilizzo web portable.
  • HEIC/F: acronimo di high efficienty image coding od format.
    – Formato ad alta efficenza ideato per il risparmio di archiviazione, per favorire le fotocamere dei dispositivi mobili.